XII anniversario della morte del Card. Carlo Maria Martini
Riceviamo in redazione una citazione che vogliamo pubblicare in ricordo di un Cardinale, il Card. Carlo Maria Martini, che aveva visto giusto. Egli ascoltava e guardava i suoi tempi e vedeva molto molto lontano e in profondità.
“… Per terminare vorrei trascrivere il testo limpido e amorevole che il card. Carlo Maria Martini pronunciò nell’aula del Sinodo sui laici il 13 ottobre 1987 e che suscitò grande eco sulla stampa: «In quello che oggi, forse con troppa facilità, si chiama carisma di un movimento o di un gruppo, occorre distinguere almeno quattro cose: le persone che compongono il gruppo, spesso generose e sacrificate; il germe ideale che ne sostiene l’azione, per lo più valido; l’ideologia o il sistema dottrinale che viene sviluppandosi attorno all’intuizione di fondo; e infine la prassi concreta: pastorale, formativa, liturgica, talora anche sociale, economica e civile. Il discernimento dovrà tenere presente tutti questi aspetti, e non limitarsi alle intenzioni e alla bontà soggettiva delle persone, e verificare, ad esempio, se la prassi dà segni di esclusivismo, oppure è volentieri aperta alle imprese comuni; se realizza in pratica i valori evangelici dell’umiltà e della povertà, o se si lascia tentare da logiche di potere».33 Dopo tanti anni siamo ancora qui con la speranza di non rinunciare a un discernimento, necessario e salutare per tutta la Chiesa che amiamo.”
✠ Franco Giulio Brambilla
LIBRI CITATI MOLTO SPESSO NEL LAVORO RIMARCHEVOLE del VESCOVO Franco Giulio Brambilla, collaboratore e amico del Cardinale Carlo Maria Martini che la rivista “il Regno” ha pubblicato mesi fa.
Dall’abuso alla libertà – Derive settarie in seno alla Chiesa – Testimonianze e Riflessioni – editrice MOLS
tratto dal Capitolo 1
“… Olivier Le Gendre
Il capitolo intitolato Giovedì, casa di famiglia – Missione negli Stati Uniti mi ha colpito in modo particolare. In queste pagine, il Cardinale di Olivier Le Gendre afferma:
«Alcuni di questi movimenti esigono molto dai loro membri: obbedienza, disponibilità, esclusività, contributo finanziario importante, grande rispetto nei riguardi dei fondatori e dei responsabili. Di fronte a questo genere di pretese, si possono avere due impressioni.
La prima è di meraviglia per la generosità che anima quei cristiani: vogliono vivere una fede impegnata e per farlo non risparmiano le loro energie. La seconda induce a domandarsi se quelle pretese non si spingano un po’ troppo lontano, se non giovino esclusivamente ai dirigenti dei movimenti stessi, se non siano presentate con troppa insistenza, se non siano imposte attraverso pressioni mentali anomale ed eccessive.» […]
«Quattro movimenti importanti sono stati fatti oggetto di accuse di settarismo: i Focolari, il Cammino Neocatecumenale, l’Opus Dei, i Legionari di Cristo. È pericoloso coprire tali accuse con una cappa di silenzio, sarebbe più opportuno indagare e giungere a conclusioni chiare. »
Perché non lo si fa?
Ci abbiamo provato in molti, mi creda. Abbiamo raccomandato di vigilare. Ne abbiamo parlato al papa e naturalmente al cardinal Sodano. Siamo intervenuti presso il Consiglio per i Laici, da cui la maggior parte di questi movimenti dipende.
Quando dice «noi», a chi si riferisce?
In primo luogo a me stesso, non voglio nascondermi dietro altre persone. Poi a vescovi residenziali come Carlo Maria Martini prima che lasciasse la diocesi di Milano. O come Danneels, del Belgio. E un numero non trascurabile di vescovi francesi. E degli americani, che hanno anche escluso alcuni di questi gruppi dalle loro diocesi.
E perché il vostro intervento non ha avuto alcun esito?
–In effetti non c’è stato alcun esito ufficiale. Tuttavia, alcune azioni sono state portate avanti fino in fondo, e ci sono stati anche richiami ufficiosi.»3
Il cardinale Carlo Maria Martini
Durante le festività del Natale 2010 ho inviato al cardinale Carlo Maria Martini a Gallarate (VA) il libro di Olivier Confession d’un Cardinal in versione italiana Orgoglio e pregiudizio in Vaticano, accompagnata da una lettera in cui spiegavo la mia uscita dal Focolare per motivi che ritenevo gravissimi.
Il cardinal Martini mi ha risposto il 10 gennaio 2011: «Scriverò a Olivier Le Gendre per congratularmi con lui». Siccome la sua lettera mi sembrava importante anche per Olivier, gliel’ho tradotta in francese. Olivier mi ha ringraziato in questi termini: «Queste parole (del Cardinale) mi danno una gioia che non potete misurare!» Ho deciso allora di rileggere alcuni passaggi dell’opera di Olivier, che il Cardinale mi aveva scritto essere
«molto seria, ben documentata, equilibrata». Infatti ero ancora oppressa da un peso indescrivibile, continuavo a urlare a Dio in silenzio: tutto questo non è possibile, devo essere impazzita. Dopo 40 anni di cecità, fare una simile scoperta, è immenso!
Qualche tempo dopo, volendo interrogare un’alta autorità ecclesiastica, mi chiedevo a chi rivolgermi. Di getto dal cuore la risposta: il cardinale Carlo Maria Martini.
La sua risposta è anch’essa immediata: due settimane dopo mi fissa un appuntamento.
Il 7 gennaio 2012, alle ore 17:00, il Cardinale mi riceve per la prima volta a Gallarate (VA). La sua accoglienza è paterna e quei 50 minuti indimenticabili!
Il sabato seguente riferisco questo colloquio a Olivier Le Gendre per telefono Bruxelles-Parigi: mi ascolta, ripete per sottolineare, mi interroga discretamente e io gli dico: «Questo passaggio non l’ho capito». E lui mi risponde: «Non lo capisco nemmeno io».
Mi incoraggia: «Fagli sapere che hai ancora qualche altra domanda; vedrai cosa ti risponderà il suo assistente don Damiano Modena». Una breve e-mail con la quale il Cardinale risponde : «Sì, per un saluto»; e il secondo incontro è fissato per l’11 marzo 2012.
«Un saluto» che durerà ancora una volta 50 minuti. Nel capitolo 6 ritornerò su questi due incontri.
In seguito avremo ancora altri brevi ma intensi contatti tramite e-mail o SMS grazie al suo assistente.
Il 30 agosto, mentre mi trovo a Bruxelles con i miei genitori originari di Milano, siamo messi in allarme sulla salute del Cardinale da un articolo del Corriere della Sera. Manifesto la mia presenza con un messaggio, senza però ricevere notizie. Allora, il 31 agosto 2012, di pomeriggio, alle ore 16:20, mi permetto di inviare un SMS a don Damiano, assicurandogli la nostra vicinanza nella preghiera.
Risposta immediata: «È morto un’ora fa.» Le sue parole mi s’imprimono nell’anima.
Gli SMS di don Damiano terminavano sempre con «…», tre puntini di sospensione. Questa volta in quei puntini c’è la fine di una vita, ma la realtà di una comunione che continua ancora e sempre con padre Carlo Maria Martini.
Non piango subito; in seguito sì, senza trattenermi. Ma quel giorno nella mia anima c’è una presenza diversa, così reale, senza limiti di tempo e di spazio: una presenza che ha «sapore» di Cielo.
Non mi ci è voluto molto tempo per riassumere quanto gli avevo promesso il 7 gennaio e l’11 marzo, ma ci vorrà del coraggio per andare avanti senza l’aiuto della sua parola, del suo coraggio e soprattutto della sua calma. Avremo soltanto il suo silenzio, nel quale dovremmo sempre ascoltare attentamente LA Parola:
«Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Salmo 119, 105).
Nel suo libro Il Vescovo5, tradotto dall’editore Lessius con il titolo L’Évêque au jour le jour6, nel capitolo dedicato al rapporto con i religiosi, il Cardinale scrive:
«… i religiosi sono più obbedienti, mentre i movimenti sfuggono a un rapporto speciale col vescovo. I movimenti, a cui accenno qui brevemente, sono per lo più un falso nome che viene dato a gruppi organizzati sotto un’autorità molto esigente e quasi dispotica. Sarebbe lungo trattare qui una materia che si è molto sviluppata negli anni Ottanta e Novanta, ma certamente toccherà al vescovo farsi un’idea di come funzionino i singoli gruppi che lui si trova davanti per poterli inserire nel piano pastorale della diocesi.»
Questo messaggio è fondamentale e ripreso anche nell’eccellente lavoro di Teologia Pastorale: Le sètte
«sorelle»7.
Martini aveva capito che i Focolari, al pari di molti altri movimenti e nuove comunità, hanno una struttura rigida, stretta, «un po’ come l’Opus Dei», mi aveva detto, e di certo ne sapeva molto di più di quanto non mi abbia rivelato.
Gli incontri con il cardinal Martini sono stati per me lo «sguardo di Gesù»! In un SMS del maggio 2012, dopo aver letto alcuni documenti che gli avevo inviato, mi ha confermato che ero in una «fede incarnata» … e quella volta è stato davvero troppo! Ho risposto immediatamente a don Damiano: «Può dire a Sua Eminenza che è lui il vero testimone e maestro della Fede incarnata».
È grazie alla presenza paterna di questo «Grande Uomo» che ho osato intraprendere il mio cammino. Aveva detto un giorno: «Bisogna che preghiamo per Renata.» Durante i miei quattro anni di studi liberi presso l’I.E.T. dei Gesuiti di Bruxelles, avevo nascosto quasi completamente il mio passato nel Movimento dei Focolari. Dopo aver incontrato il Cardinale, ho trovato il coraggio di entrare in contatto con qualche professore, spinta anche dal suicidio di Marisa Baù, focolarina interna di 48 anni8.
Custodisco accuratamente alcune pagine scritte in italiano in cui racconto gli incontri a Gallarate con il Cardinale. Don Damiano Modena, che lo ha accompagnato negli ultimi tre anni fino al suo ultimo respiro9, aveva ricevuto queste pagine e mi aveva scritto: «È un resoconto molto dettagliato, bisogna conservarlo».
Sì, fin qui tutto bene, MA la Chiesa istituzionale continua a farci aspettare, come sempre. Sorgono allora domande più profonde:
Ho ancora la volontà di far parte di questa Chiesa che non muove un passo ?
Ma dopo la grave accusa di padre Jean Marie Hennaux SJ nei confronti della fondatrice del Movimento dei Focolari, Chiara Lubich10 [Vedi cap. 3 pag. 76 del presente libro.
Per informazioni complete: l’analisi teologica e dottrinale che riguardava soltanto Chiara Lubich e la sua opera, inviata da padre J.M. Hennaux SJ il 16 dicembre, era stata ricevuta il 19 dicembre dal vescovo di Frascati Mons. Raffaello Martinelli, al quale era affidata la causa.
Dopo i miei colloqui con il cardinal Martini, cominciavo a vederci più chiaro; per sola grazia di Dio, conservo la Fede in Dio e sono in grado di ripetere: «Non possiamo tacere»12.
Solo allora accetto di firmare le mie «memorie» senza ricorrere ad uno pseudonimo.
“DIO, IL FOCOLARE ED IO
La liberazione da un inganno”
Ripeto con il p.Carlo Maria Martini:
«Ti chiediamo, o Signore, di non chiudere i nostri occhi sul male del mondo, ma di saperlo guardare come lo ha guardato Gesù, come lo guardi Tu, così da non diminuirlo con ottimismi indebiti, ma guardarlo in faccia. Perché non saremmo di questo mondo se non guardassimo anche al male del mondo.»
Ci chiediamo in molti ancor prima di avere letto questa nuova uscita in libreria :
E cosa direbbe OGGI il Card. Martini se potesse commentare
anche questa testimonianza?
“TRACCE DI LUCE E DI TENEBRA
Il mio calvario nel Movimento dei Focolari”
di Dragica Čepar
Il libro in Sloveno uscirà il 6 Settembre 2024 prossimo.
possiamo offrirvi un anteprima curato dalla stessa autrice che ci ha scritto tramite un’amica:
Nel libro Sledovi luči in teme la focolarina Dragica Čepar descrive il suo percorso di
vita e i gravi abusi sistemici vissuti nel Movimento dei Focolari.
All’inizio parla della sua infanzia, della sua giovinezza e dei motivi per entrare
nell’allora ancora abbastanza nuovo ed estremamente attraente Movimento.
Presenta poi il periodo di fruttuosa attività e collaborazione trascorso in diverse
comunità dell’ex Jugoslavia, dove ha goduto per decenni dell’appoggio di tutti i suoi
superiori. All’improvviso, per motivi a lei sconosciuti e mai spiegati, fu trasferita dalla
Jugoslavia a Roma, dove, durante la “primavera slovena”, fu cacciata dal Movimento.
Nella seconda parte del libro Tracce di luce e di tenebra, l’autrice rivela la sua
dolorosa esperienza durante l’isolamento forzato da parte del Movimento. Parla delle
sfide che ha dovuto affrontare, dei suoi sforzi per dialogare con il Movimento e per
ripristinare il suo buon nome, del suo lavoro nella Chiesa in Slovenia. Allo stesso
tempo descrive anche la sofferenza psichica che l’ha accompagnata in questo
periodo, che è comune a tutte le vittime di abusi e che ha portato alcune anche al
suicidio, ma purtroppo questo tema non è affatto conosciuto e riconosciuto nemmeno
nella Chiesa.
“Sono convinta che la maggior parte delle persone che hanno dedicato la
loro vita a Dio nel Movimento, che ha significato tanto per me, sono buone
e oneste. Anche coloro che hanno abusato di noi probabilmente avevano
buone intenzioni all’inizio. Ma quando ottennero posizioni di responsabilità,
si sottomisero al sistema e lo servirono ciecamente invece di servire Dio.”
L’autrice scrive senza risentimento. E’ evidente che la sua dolorosa confessione
vorrebbe contribuire al dialogo tra lei e i vertici del Movimento dei Focolari. Allo
stesso tempo vuole anche svelare le cause sistemiche degli abusi nel Movimento,
venuti sempre più alla luce negli ultimi anni in tutto il mondo.
Il desiderio dell’autrice è che le persone abusate si rendano finalmente conto di
essere vittime – ci sono voluti decenni per farlo lei stessa – e che siano liberate dal
senso di colpa, cioè di colpe che i loro abusatori hanno trasferito su di loro.
Soprattutto, il messaggio principale del libro Tracce di luce e di tenebra è la
testimonianza che, nonostante una prova estremamente difficile, è possibile
preservare e persino rafforzare la fede, la speranza e la carità!
INFORMAZIONI SULL’AUTORE:
Dragica Čepar è una focolarina consacrata, membro del Movimento dei Focolari.
Dopo essere entrata nel Movimento nel 1968 e aver emesso i voti perpetui nel 1979,
i superiori, dopo più di vent’anni di vita e di lavoro nella comunità, la misero sulla
strada senza spiegazioni. Tuttavia, ha finalmente trovato la forza per rimettersi in
piedi, mettere ordine nella sua vita conservando la fede, la speranza e la carità.
ESTRATTO DAL LIBRO:
“L’amore di Gesù, che ho sperimentato a contatto con la comunità dell’Opera di
Maria, ha conquistato completamente il mio cuore. Fino ad allora, pensavo che la
mia missione nella vita fosse quella di creare una famiglia che fosse un focolare di
calore, di affetto, di amore fedele a cui ogni cuore umano anela. Ma dopo aver
sperimentato l’amore del Creatore e della Fonte di ogni amore, mi è diventato chiaro
che nessun amore umano, per quanto bello e nobile fosse, può essere paragonato a
quello di Dio e che non sarebbe in grado di appagarmi, come mi stava appagando
l’amore di Gesù. Il suo invito “seguirmi” è risuonato nel mio cuore e Gli ho risposto
affermativamente. A Dio, che mi amava così tanto da sacrificare la sua vita per me,
ho deciso di donare la mia come focolarina consacrata a Dio nel Movimento dei
Focolari.
Il nome “Opera di Maria” mi attirava e mi dava un senso di sicurezza e certezza che
Maria avrebbe sempre vegliato su di me. Le Focolarine di Trieste accettarono
volentieri la mia (da loro comunque attesa) decisione e mi aiutarono a organizzare
tutto il necessario per lasciare il lavoro, la famiglia e la patria, per trasferirmi in
Focolare di Trieste in via Matteotti, il 31 ottobre 1968.“RECENSIONI DEL LIBRO:
“Dragica Čepar, una donna retta e affidabile del popolo di Dio, ha vissuto cose terribili che sono state il risultato dell’essere stata calpestata da un mostro intoccabile all’interno della Chiesa cattolica. L’ha quasi gettata nella tomba. Seguendo l’esempio della Serva di Dio Suor Lucia di Fatima (1907-2005), si rifugiò nel Cuore Immacolato di Maria. Dopo essersi lasciata alle spalle il passato senza ottenere giustizia riparazione, nel suo libro rivela con calma e senza amarezza ciò che le ha distrutto la vita. Questa è proprio la sua testimonianza profetica per l’odierno tempo di crisi.
Leggiamolo. Possa portare beneficio spirituale a tutta la Chiesa e ad ogni credente battezzato.”
– P. Pierre Vignon, sacerdote della diocesi di Valence (Francia)
“Mi auguro che questo libro diventi uno strumento di guarigione per le persone che hanno sofferto situazioni simili, nonché uno strumento di prevenzione che ispiri altri a prevenire abusi simili e a cercare e a testimoniare la giustizia e la verità.”
– P. dottor. Hans Zollner , SJ, Direttore dell’Istituto di Antropologia, PontificiaUniversità Gregoriana (Città del Vaticano)
“Tali testimonianze sono necessarie perché ci tengono svegli affinché non viviamo in modo sensazionalistico gli abusi nella Chiesa, e poi – dopo le prime informazioni e il dolore – diventiamo immuni dagli abusi Dobbiamo tener sempre presente che restando in silenzio di fronte agli abusi, non difendiamo la Chiesa, ma difendiamo i carnefici, che il nostro silenzio concede loro spazi di libertà nella Chiesa, che altrimenti difficilmente potrebbero ottenere nella società civile. Quando rimaniamo in silenzio, noi non edifichiamo, ma distruggiamo la Chiesa. Se vogliamo proteggerla e costruirla, dobbiamo eliminare i tabù della violenza, parlarne apertamente e adottare le misure necessarie per prevenirla.”.– dott. sc. Jadranka suor Rebeka Anić , consulente scientifico, Istituto Ivo Pilar per le Scienze Sociali – Centro Regionale Spalato (Croazia)
https://www.iskreni.net/trgovina/product/sledovi-luci-in-teme
Il sostegno e le congratulazioni della nostra Redazione vanno a
Dragica Čepar che con coraggio e parresia condivide con tutti la sua
esperienza. Speriamo leggerla anche in altre lingue tra le quali
l’italiano.
Proprio oggi, 31.08.2024, siamo molto fieri di poterne dare
notizia “sotto il segno di Martini”.Inoltre siamo stati informati che il libro sarà presentato il 10 Settembre a
Lubiana e non mancheremo di pubblicare i dati per collegarsi da remoto e
seguire la conferenza on-line con la presenza anche della giornalista
Federica Tourn (che interverrà in italiano) che del Movimento dei Focolari
ha studiato, approfondito e raccontato molto circa gli abusi rilevati al suo
interno anche come una delle rappresentanti di ITALYCHURCHTOO.